Museo di Palazzo Grimani
Descrizione luogo :
Palazzo Grimani è stata la dimora di una delle più importantifamiglie del patriziato veneziano fino alla metà del XIX secolo. Venne
acquistato a fine Quattrocento dal patrizio Antonio
Grimani, protagonista della vita politica e militare della Repubblica di Venezia, eletto doge nel 1521.
La proprietà venne successivamente donata da Antonio ai quattro figli e divenne
la dimora di questo ramo della famiglia, da allora denominato “di Santa Maria
Formosa”.Nel 1981 il palazzo è stato acquistato dallo stato
italiano. Un lungo restauro ha permesso di ricostituire per quanto possibile lo
stato originario dell’edificio e di riportare alla luce la bellezza delle sue
decorazioni. Il Museo di Palazzo Grimani è stato quindi aperto al pubblico nel
dicembre del 2008.Per effetto dei protocolli di sicurezza per
l’emergenza COVID-19, oggi la visita al Palazzo e alle sue collezioni si svolge
lungo un percorso obbligato, che vi chiediamo gentilmente di seguire nel
rispetto degli obblighi e delle norme indicati nella segnaletica. Questa breve
guida è stata pensata per accompagnarvi nel percorso, che inizia dall’imponente
cortile. Spostatevi dunque nella cosiddetta “Loggia dei Cesti”, subito oltre
della biglietteria. Buona visita!1. CORTILEL’ampio cortile che potete osservare dalla
Loggia dei Cesti (e che attraverserete al termine del percorso) è il risultato
di un’imponente ristrutturazione del palazzo conclusasi negli anni Sessanta del
Cinquecento. La fabbrica medievale originaria era composta da sole due ali e
con le caratteristiche proprie della casa fondaco veneziana. Aveva una pianta a
L che si sviluppava lungo l’angolo determinato dalla confluenza tra i rii di
San Severo e di Santa Maria Formosa. Nel Cinquecento, l’edificio fu
ristrutturato e ampliato in più fasi dai fratelli Vettore e Giovanni Grimani
(e, alla morte del primo, solo da Giovanni, Patriarca di Aquileia), secondo uno
stile ispirato alle antiche domus e
al gusto architettonico del Rinascimento romano. Le logge che si realizzarono
furono adornate di statue classiche analogamente alle sale del piano nobile. La
loggia in cui vi trovate era interamente affrescata con motivi vegetali e
completata dai meravigliosi cesti in stucco che potete ancora ammirare.2. SCALONE MONUMENTALETra il 1563 e il 1565 la volta a botte dello scalone
che conduce al portego del
piano nobile fu sontuosamente decorata da Federico Zuccari, giovane artista di
cultura romana, con affreschi allegorici che rimandano alle virtù del suo
committente, completati da grottesche e rilievi a stucco con creature
mitologiche. Questi ultimi riproducono alcuni cammei antichi della collezione
di Giovanni Grimani. Nell’insieme, lo scalone poteva competere per magnificenza
solo con la Scala d’Oro di Palazzo Ducale e con quella della Libreria Marciana.3. SALA DEL CAMINOLa grande sala angolare, appartenente al nucleo più
antico dell’edificio, fu rinnovata negli anni Sessanta del Cinquecento. Essa è
dominata dallo splendido camino sormontato da marmi colorati e da ampie
decorazioni in stucco, con volti ritratti di profilo, ghirlande di fiori e
frutti e uno stupefacente mostro con la bocca spalancata, visibile al centro.
Nicchie e mensole ospitavano altri pezzi archeologici della collezione Grimani.
Alle pareti sono ancora visibili frammenti di una decorazione ad affresco che
richiama il colonnato del cortile.4. CAMERINO DI APOLLOSituati nell’area della fabbrica medievale, i
camerini di Apollo, Callisto e Psiche furono decorati tra il 1537 e il 1540 da
artisti di formazione rinascimentale e manierista. Sulla volta a botte, in uno
schema derivato dal soffitto di una tomba romana, si svolge la disputa tra
Apollo e Marsia narrata nelle Metamorfosi di
Ovidio. I quattro episodi sono opera del fiorentino Francesco Salviati: Marsia
ebbe l’ardire di sfidare Apollo nella musica: il suo flauto, l’aulos, contro la
lira divina. Sconfitto nel duello, venne condannato da Apollo a morte,
scorticato vivo, come punizione per la sua superbia. A Giovanni da Udine, amico
e collaboratore di Raffaello nella sua bottega romana, si devono gli stucchi,
le figurette di divinità classiche, le grottesche e gli straordinari
uccellini, nella rappresentazione dei quali era nota la sua maestria. Nella
lunetta sulla parete di fondo una figurazione allegorica di ambientazione
romana allude alle origini e ai fasti della famiglia Grimani.5. SALA DEL DOGE, VESTIBOLO E CAPPELLAQuesti tre ambienti appartengono all’ultima fase
edilizia del palazzo, conclusasi entro il 1568. Nella sala, una lapide sopra il
camino ricorda ed esalta il ruolo di Antonio Grimani, a cui il luogo fu
dedicato e il cui busto ritratto, oggi perduto, troneggiava nella nicchia
centrale. A sottolinearne l’importanza, le pareti e i pavimenti sono
interamente decorati da riquadri marmorei, secondo il gusto antico. Molti di
questi marmi rari e preziosi furono estratti durante l’epoca romana in
località della Turchia, della Grecia e dell’Africa e vennero dunque utilizzati
nel palazzo come materiali di reimpiego, provenienti da rovine antiche. Nelle
altre nicchie, sopra le porte e ai lati del camino, erano collocati vasi
antichi, busti e gruppi scultorei classici. Nella cappella, utilizzata dal
patriarca Giovanni Grimani per la celebrazione privata della messa, una pala
cinquecentesca con una Deposizione attribuita
a Giovanni Contarini, allievo di Tiziano, è stata collocata in luogo
dell’altare marmoreo, rimosso nel XIX secolo. Dalla finestrella del vestibolo
potete scorgere la scala a chiocciola, di probabile invenzione palladiana.6. SALA DA PRANZOIl suggestivo soffitto di questa sala, decorato da
festoni con nature morte di cacciagione, ortaggi e pesci, alternate a fasce
floreali, fu realizzato da Camillo Mantovano attorno al 1567. Lo schema
compositivo, con lo spazio suddiviso in spicchi attraverso raggi che convergono
al centro, ripropone in chiave moderna un modello utilizzato nelle decorazioni
antiche. La tela seicentesca al centro del soffitto, San
Giovanni mentre battezza la folla, deriva dall’omonimo dipinto di Nicolas
Poussin conservato al Louvre. Secondo le guide ottocentesche, esso
sostituirebbe un dipinto attribuito a Giorgione e raffigurante i Quattro elementi. è probabile che l’ambiente
fosse destinato a sala da pranzo, poiché una scala oggi murata da qui conduceva
al piano terra, nel luogo dove forse, già nel Cinquecento, erano poste le
cucine del Palazzo.7. STANZA NEOCLASSICAQuesto ambiente venne rinnovato per essere adibito a
camera da letto in occasione del matrimonio, celebrato nel 1791, tra la
principessa romana Virginia Chigi e Giovanni Carlo Grimani. Allo scopo furono
ricavati due camerini di comodo nei vani retrostanti la parete del camino. La
decorazione del soffitto, eseguita dal veronese Giovanni Faccioli, riprende
fedelmente alcuni brani di pittura murale antica, come le celebri Nozze Aldobrandini: potete riconoscere
la scena nel riquadro corrispondente alla parete spoglia con la finta porta di
legno. Il dipinto originale venne rinvenuto nel 1601 durante alcuni scavi sul
Colle esquilino a Roma, e acquistato dal cardinale Pietro Aldobrandini. E’ oggi
conservato nei Musei Vaticani.8. CAMERINO DI CALLISTOCome nel camerino di Apollo, anche quello dedicato
alla ninfa Callisto e allasca metamorfosi si rinvia al celebre testo di
Ovidio. Il racconto si snoda attraverso cinque riquadri in stucco bianco a fondo
oro, a partire dal primo – sulla parete di fronte alle finestre -, dove la
ninfa addormentata viene amata da Giove, fino all’epilogo – al centro del
soffitto -, in cui Callisto e il figlio Arcade vengono tramutati in
costellazioni. Riscoperta a Roma la tecnica dello stucco antico, Giovanni da
Udine offre qui un saggio della sua grande abilità, ricreando animali, nature
morte e dodici putti, simboleggianti i mesi dell’anno, accompagnati da quattro
segni zodiacali riferibili alle stagioni. Alcuni specchietti tondi incastonati
negli stucchi impreziosiscono la composizione e, in accordo con la storia
narrata, richiamano le stelle del firmamento.9. CAMERINO DI PSICHEQuesta sala, che costituiva assieme alla successiva
il cosiddetto Camerino di Psiche, fu divisa in due ambienti solo
nell’Ottocento. Nell’assetto originario, databile agli anni Trenta del
Cinquecento, il soffitto era decorato da cinque dipinti dedicati alla favola di
Amore e Psiche, narrata da Apuleio. Il dipinto ottagonale che ammirate alla parete,
probabile copia dell’originale realizzato da Francesco Salviati nel 1539,
costituiva il centro della composizione e raffigura Psiche, venerata come una
dea per la sua bellezza. Gli altri dipinti, di cui solo uno noto e conservato
in collezione privata, erano opera di Francesco Menzocchi. Ai lati delle
finestre, due candelabri con uccelli e pesci richiamano le decorazioni delle
Logge Vaticane a Roma e furono realizzate da Camillo Mantovano negli anni 60
del ‘50010. PORTEGO E DOMUS
GRIMANIIl grande salone passante è denominato portego, secondo la tradizione della casa
fondaco veneziana. È infatti l’ambiente che più di tutti ricorda il passato
medievale dell’edificio. Qui erano ospitati, in grandi cornici a stucco, i
ritratti dei membri illustri della famiglia e si svolgevano feste, banchetti e
rappresentazioni di teatro musicale, arte nella quale i Grimani furono
importanti mecenati.Inizia ora il percorso dell’esposizione “Domus
Grimani 1594-2019. La collezione di sculture classiche a Palazzo dopo quattro
secoli”, realizzata in collaborazione con la Fondazione Venetian Heritage e
Civita Tre Venezie, che si configura come un vero e proprio riallestimento di
alcune sale del palazzo, e in particolare della Tribuna. È stata infatti
riportata a Palazzo Grimani una parte considerevole dell’originaria collezione
di antichità del patriarca Giovanni, da questi donata alla Serenissima
Repubblica nel 1587 (oggi parte del Museo Archeologico Nazionale). Nelle sale
del percorso alle opere antiche si uniscono bronzetti, dipinti, arazzi,
elementi di arredo, in un insieme che intende rievocare l’atmosfera di una
dimora patrizia cinquecentesca.Ai lati della porta d’accesso al Camaron d’Oro sono
collocati due busti in bronzo del secolo XVI, provenienti dal monastero di San
Giovanni in Verdara a Padova, raffiguranti l’imperatore Adriano e l’imperatrice
Sabina in veste di Cerere. Una volta entrati, vi chiediamo di proseguire subito
verso la sala successiva.11. SALA A FOGLIAMIIl soffitto di questa stanza, eseguito nei primi anni
Sessanta del Cinquecento da Camillo Mantovano, è ricoperto da una spettacolare
decorazione che celebra la natura rigogliosa di piante e fiori, con un fitto
giardino abitato da numerosi animali, frequentemente in attitudine predatoria e
ricchi di significati simbolici. Nelle lunette sormontate da grottesche,
complesse figurazioni in forma di rebus alludono a un lungo e travagliato
processo per eresia subito dal patriarca Giovanni Grimani, che segnò la sua
vita negandogli l’accesso alla carriera cardinalizia. Attraverso la
trasposizione in allegoria della sua vicenda umana del patriarca, la
decorazione tratta il tema della eterna lotta tra bene e male,
dell’affermazione della giustizia divina alla fine dei tempi e dell’attesa dei
giusti rispetto al riconoscimento della loro condizione, non senza sofferenze e
patimenti. Alle pareti, due ritratti di famiglia con Antonio Grimani (a destra)
e Domenico e Marino Grimani (a sinistra). La sala espone inoltre preziosi
contenitori utilizzati per ospitare raccolte di gemme, monete e cammei, dei
quali i Grimani erano appassionati collezionisti.12. ANTITRIBUNA E TRIBUNAL’Antitribuna è tornata recentemente ad ospitare la
tela – in una copia di pregio realizzata da Factum Foundation – che
caratterizzava il tondo al centro del soffitto, ispirato al Pantheon. Il
dipinto raffigura La disputa tra Minerva
e Nettuno per il dominio dell’Attica, l’originale realizzato da Giuseppe
Porta detto il Salviati e oggi conservato al Musée Jacquemart-André di Parigi.
Da qui si accede al luogo più importante e significativo della casa, vero
fulcro e meta ultima dell’itinerario lungo le sale che la precedono: la Tribuna
Grimani. Tale ambiente, già noto come Antiquarium,
in origine custodiva più di centotrenta sculture antiche, fra le più pregiate
della raccolta. Sormontato da un lucernario con lanterna che assicurava una
costante illuminazione naturale, venne rivestito da marmi a creare un numero
eccezionale di spazi e supporti – nicchie, timpani, mensole – nei quali
inserire i marmi antichi, seguendo un percorso ascensionale che conduceva al Ratto di Ganimede al centro del
soffitto. La varietà delle fonti architettoniche (il Pantheon, l’architettura
michelangiolesca) fa pensare a un coinvolgimento diretto dello stesso Giovanni
Grimani nella progettazione.13. CAMARON D’OROLa sala è così chiamata fin dal XVI secolo per gli
arazzi impreziositi da filati d’oro che un tempo ne ricoprivano le pareti; si
riconoscono, provenienti dalla collezione di Giovanni Grimani, il busto di
Atena, la statua di Camillo e la testa di Mercurio (un tempo riunite) e l’Eros
dormiente sul possente tavolo ligneo cinquecentesco, con una serie di preziosi
bronzetti. La statua in gesso raffigurante il Gruppo
del Laocoonte è un rarissimo calco settecentesco della notissima
scultura del I secolo a.C. che grande interesse suscitò nel cardinale Domenico
Grimani. Il gruppo, ritrovato a Roma nel 1506 presso le Terme di Tito, è
conservato ai Musei Vaticani.La sala è così chiamata fin dal XVI secolo per gli
arazzi impreziositi da filati d’oro che un tempo ne ricoprivano le pareti; si
riconoscono, provenienti dalla collezione di Giovanni Grimani, il busto di
Atena, la statua di Camillo e la testa di Mercurio (un tempo riunite) e l’Eros
dormiente sul possente tavolo ligneo cinquecentesco, con una serie di preziosi
bronzetti. La statua in gesso raffigurante il Gruppo
del Laocoonte è un rarissimo calco settecentesco della notissima
scultura del I secolo a.C. che grande interesse suscitò nel cardinale Domenico
Grimani. Il gruppo, ritrovato a Roma nel 1506 presso le Terme di Tito , è
conservato ai Musei Vaticani.********INTRODUCTIONPalazzo Grimani was the home of one of the most
important families of the Venetian patriciate until the mid-nineteenth century.
It was purchased at the end of the fifteenth century by the patrician Antonio
Grimani, protagonist of the political and military life of the Republic of
Venice, who became doge in
1521. The property was subsequently donated by Antonio to his four children and
became the home of this branch of the family, since then called “di Santa Maria Formosa”. In 1981 the
palace was purchased by the Italian state. A long restauration has allowed to
bring the building back to its original beauty. The Museo di Palazzo Grimani
was therefore opened to the public in December 2008.Today the visit to the Palace and its collections, as
a result of the security protocols for the COVID-19 emergency, follows an
obligatory itinerary, which we kindly ask you to follow in compliance with the
obligations and standards indicated in signage. We designed this short guide to
take you on the itinerary, which starts from the courtyard. Then move to the
so-called “Loggia dei Cesti”,
just beyond the ticket office. Enjoy your visit! 1. COURTYARDThe original palace, an ancient casa da stazio, was an L-shaped building
located at the intersection of the rios of San Severo and Santa Maria
Formosa. In the sixteenth century overall alterations were carried out for
thirty years at the expense of Vettore and Giovanni Grimani (after
Vettore’s death, only of Giovanni, Patriarch of Aquileia); two new wings were
added to the building, doubling its size and gaining an inner courtyard,
Roman-style, with loggias of marble colonnades, unusual in
sixteenth-century Venice. At the time the vast space of the courtyard,
with its asymmetrical porticoes laden with artfully arranged sculptures,
relieves and inscriptions, must have appeared a stunning invitation to
visit the rest of the collection and the pictorial wonders held in the
upper floors of the palace. The loggia where
you stand was entirely frescoed with plant motifs and completed by the
wonderful stucco baskets that you can still admire.2. STAIRCASEBetween 1563 and 1565 the vault of the monumental
Staircase, which leads to the portego,
was richly ornamented with stuccoes and painted figures by Federico Zuccari.
The subjects seemed to represent religious allegories; the painted decoration
was completed with “grottesche” and floral arabesques while the stuccoes
represented various sea creatures, based on ancient gems and cameos in the
family collection. Overall, the staircase could compete for magnificence only
with the Scala d’oro of Palazzo
Ducale and that of the Marciana Library.3. ROOM OF THE FIREPLACEThis large room was frescoed in the 1560s with
the decorations composed of monochrome columns, only few fragments of
which survived. Dominating the space is the monumental fireplace in
coloured marble and white stucco. Look at the elegance and the quality of some
details, such as the garlands and the wide-open mouth monster visible in the
centre, typical of the mannerist style. Niches and shelves housed other
archaeological pieces from the Grimani collection.4. CHAMBER OF APOLLOSituated in the area of the medieval building, the chambers
of Apollo, Callisto and Psyche were decorated between 1537 and 1540 by
mannerist artists. As we enter, the vault reproduces a scheme from the ceiling
of a Roman tomb showing the disputebetween Apollo and Marsyas, as narrated in Ovid’s Metamorphoses. The four frescoes are by
Francesco Salviati from Florence. The stucco works are by Giovanni da Udine,
and so are the small figures of deities, the grotesques and the extraordinary
birds. In the lunette on the back wall an allegorical representation of Roman
setting refers to the origins and the glories of the Grimani Family.5. ROOM OF THE DOGE ANTONIO,
VESTIBULE AND CHAPELIn a decorative style quite alien to Venetian culture
a sumptuous display of rare marbles set in stucco frames adorns these rooms which
belong to the final phase of the construction of the palace concluded by
1568. In the room the space was dominated by two walls, facing each
other, treated with the same decorative motif. The chimneypiece wall was
adorned with marble vases and portrait busts, including that of Antonio
himself, now lost. This was the privileged place for honouring him, as an
inscription placed at the top of the wall, still visible, indicates. The Chapel
was used by Patriarch Giovanni Grimani for private celebrations of the Mass. In
the place of the splendid marble altar, missing now, stands the altarpiece with
a Deposition by Giovanni
Contarini, a Titian’s pupil. On one side a small window overlooks the spiral
staircase of probable Palladian inspiration.6. DINING ROOMCamillo Mantovano painted the ceiling of the Dining
Room, decorated with fish and birds motifs. The seventeenth-century painting in
the centre of the ceiling, portraying St.
John Baptizing the People, is derived from a painting by NicolasPoussin, conserved at the Louvre, and replaced the
painting with the Four Elements attributed to Giorgione in a
nineteenth-century guide. The oval shape is taken up again in the decoration of
the pavement in pastellone, a
characteristic type of crusted marble floor widely used in Venetian buildings
of which we have a great number of examples in this palace.7. NEOCLASSICAL ROOMThis room was refurbished at the end of the
eighteenth century on the occasion of the wedding between the Roman princess
Virginia Chigi and Giovanni Carlo Grimani, celebrated in 1791. The pictorial
decoration of the ceiling was executed by an artist from Verona, Giovanni
Faccioli. The subject of the wedding was illustrated by the mural painting
which is a copy of the famous scene known as the Aldobrandini
Wedding, a Roman fresco.8. CHAMBER OF CALLISTOThe chamber dedicated to the nymph Callisto and her
metamorphosis is also related to the text by Ovid depicted in the Chamber of
Apollo. The story unfolds through five panels with gold background, starting
from the first – on the wall opposite the windows – where the nymph is seduced
by Jove whilst in her sleep, to the epilogue -at the center of the ceiling-
where Callisto and her son Arcas are both transformed into constellations. Here
Giovanni da Udine, rediscovered the technique of antique stucco, demonstrates
his great skill by reproducing animals, still life scenes as well as twelve
putti. The latter symbolize the months of the year and are accompanied by four
signs of the zodiac which refer to the four seasons. Round mirrors embedded in
the stucco frames embellish the composition and, in accordance with the story
narrated, recall the stars of the firmament.9. CHAMBER OF PSYCHEThis room and the next once formed the Chamber of
Psyche. It was divided into two separate rooms in the nineteenth century. In
the original layout, which dates back to the thirties of the sixteenth century,
the ceiling was decorated with five paintings dedicated to the story of Cupid and Psyche by Apuleius. The
octagonal oil painting on the wall is probably a copy of a painting
by Francesco Salviati dated 1539. It was once the center of the
pictorial composition and represents Psyche worshipped as a goddess for
her beauty.10. PORTEGO AND DOMUS GRIMANIThe portego was the traditional main room of the
Venetian house. In fact this is the space that most of all recalls the
medieval past of the building. Here the portraits of the illustrious members of
the family were housed in large stucco frames and the family used to held banquets
and performances of musical theater, an art in which the Grimani were important
patrons.From here starts the itinerary of the exhibition
“Domus Grimani 1594-2019. The collection of classical sculptures
reassembled in its original setting after four centuries”, realized in
collaboration with the Venetian Heritage Foundation and Civita Tre Venezie,
which is configured as a real rearrangement of some rooms of the palace, and in
particular of the Tribuna. In fact, a considerable part of Giovanni’s original
collection of antiquities was brought back to Palazzo Grimani, which he donated
to the Serenissima Repubblica in 1587 (today part of the Museo Archeologico
Nazionale). In the museum rooms, ancient works are joined by bronzes,
paintings, tapestries, furnishings, in a set that intends to evoke the
atmosphere of a sixteenth-century patrician residence.On the sides of the access door to the Camaron d’Oro
there are two bronze busts of the XVI century, coming from the monastery of San
Giovanni in Verdara in Padua, depicting the emperor Hadrian and the empress
Sabina as Ceres. Once inside, we kindly ask you to continue immediately to the
next room.11. FOLIAGE ROOMThe ceiling of this room, painted in the early
sixties of the sixteenth century by Camillo Mantovano, is covered with a
spectacular decoration that celebrates nature, luxuriant with plants and
flowers, a dense forest inhabited by numerous animals, frequently in predatory
attitude and rich in symbolical meaning. In the lunettes surmounted by
grotesque, complex figurations in the form of a rebus allude to a long and
troubled heresy trial suffered by the patriarch Grimani, that marked his life
by denying him access to the cardinal career. On the walls, there are two
family portraits with Antonio Grimani (right) and Domenico and Marino Grimani
(left). The room also displays precious boxes used to host collections of gems,
coins and cameos, of which the Grimani were passionate collectors.12. ANTITRIBUNA AND TRIBUNAThe Antitribuna recently
returned to host the canvas – in a valuable copy made by Factum Foundation –
which was located in the center of the ceiling inspired by the Pantheon. The
copy depicts Contest of the Attica
between Athena and Poseidon, the original painting created by Giuseppe
Porta known as Salviati and now preserved at the Jacquemart-André Museum in
Paris.From here you access the most important and
significant place in the house, the real fulcrum and final destination of the
itinerary along the rooms that precede it: the Tribuna.
This environment, formerly known as Antiquarium,
originally housed more than one hundred and thirty ancient sculptures, among
the most valuable of the collection. Severe, solemn, lit by the light falling
from the central lantern, the room had a vaulted ceiling decorated with
lacunars and the walls displayed niches and shelves for housing statues and
busts, following an ascending path that led to the Rat
of Ganymede in the center of the ceiling. The variety of architectural
sources (Pantheon, Michelangelo’s architecture) suggests a direct involvement
of Giovanni Grimani himself in the design. 13. CAMARON D’ORO
Informazioni e contatti
Responsabile : dott.ssa Valeria Finocchi
Sito web : http://www.polomusealeveneto.beniculturali.it
Email : drm-ven.grimani@cultura.gov.it
Telefono : +39 041 241 15 07
Chiusura settimanale : Lunedì
Costo : 13,00
Riduzione : 2,00
Orario biglietteria :Martedi (10:00,19:00)|Mercoledi (10:00,19:00)|Giovedi (10:00,19:00)|Venerdi (10:00,19:00)|Sabato (10:00,19:00)|Domenica (10:00,19:00)
Telefono biglietteria : +39 041 241 15 07
Email biglietteria : drm-ven.grimani@cultura.gov.it
Prenotazione : Facoltativa
Email prenotazione : drm-ven.grimani@cultura.gov.it
Telefono prenotazione : +39 041 5200345
Dove Siamo :
Regione : Veneto
Provincia : Venezia
Comune : Venezia
Via : Castello 4858
Cap : 20122
Direzione generale Musei